Lo smart working, o lavoro agile come viene tradotto in italiano, è ormai un elemento imprescindibile nella nostra società, che richiede oggi al lavoratore un livello di flessibilità sempre più elevato, sia a livello di competenze che di capacità di svolgere il lavoro in mobilità. Il fenomeno coinvolge soprattutto i giovani millennial, i “nativi digitali”, esperti di tecnologia che spesso si domandano se i vecchi modi di lavorare si adattino ancora alle loro esigenze.
Per analizzare queste dinamiche, Polycom ha realizzato un’indagine, affidata a Morar Consulting, intervistando a livello globale oltre 25.000 persone con job title di manager o superiore.  Dal sondaggio emerge che il lavoro agile è già realtà, con il 70% dei millennial che lavorano ovunque abitualmente o comunque spesso, mentre solo il 15% non lo fa mai. L’ufficio, quindi, non è più necessariamente il primo punto di riferimento per lavorare; il 67% dei millennial decide infatti di lavorare da remoto.

Billie Hartless, Chief HR Officer
di Polycom

Per contro, l’analisi evidenzia che molti luoghi di lavoro non accettano l’approccio flessibile e connesso e che la maggior parte dei millennial (66%) si sente giudicata, preoccupandosi che i colleghi possano pensare che se lontani dall’ufficio non lavorino abbastanza.

Tra le motivazioni che portano alla scelta del lavoro agile, risulta che il 72% degli intervistati preferisce lavorare in luoghi diversi perché riesce a raggiungere più facilmente un giusto compromesso tra lavoro e vita privata, mentre il 67% crede che lavorare lontano dall’ufficio aumenti la produttività e la creatività.  Questo equilibrio sembra essere spesso messo più a repentaglio quando i millennial iniziano ad avere bambini, con il 45% già genitori, e quando il tempo per se stessi è ancora più vitale. I millennial risultano inoltre essere più propensi dei gruppi più anziani a lavorare ovunque per avere tempo per essere più creativi, fare esercizio fisico o dedicarsi ad altri hobby.

Tra i millennial, che sono grandi fruitori a livello personale di applicazioni come Skype, FaceTime o Snapchat, risulta che utilizzare la videoconferenza in team al lavoro è un passaggio naturale. Emerge infatti che l’83% dei millennial utilizzano la collaborazione video ogni settimana.

Tra gli elementi che i millennial ritengono fondamentali per essere a proprio agio quando lavorano in modo flessibile vi sono la semplicità di utilizzo della tecnologia e il fatto che questa sia in grado di mettere in collegamento con i colleghi: il sondaggio ha infatti messo in luce come il 61% di loro desideri solo che la propria azienda fornisca loro la giusta tecnologia.

A proposito di queste esigenze, afferma Billie Hartless, Chief HR Officer di Polycom: “Quasi i tre quinti di millennial (il 57%) chiedono che le risorse umane forniscano linee guida chiare sulla politica di lavoro agile dell’azienda, in modo da sapere esattamente con cosa stanno lavorando. Molti di loro (il 59%) hanno anche voluto che la stessa politica fosse per tutti in tutta l’azienda. In questo modo, tutti possono trarre vantaggio dal lavorare ovunque”.

“Quando le aziende supportano il lavoro agile (da qualsiasi luogo), è già una vittoria: una migliore produttività per l’azienda e una maggiore soddisfazione per i propri dipendenti”, Hartless

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