Il rapporto tra pubblico e privato in tema di Sanità Digitale richiede una intesa non sempre facile da trovare, a sottolineare che non c’è ancora il giusto commitment in ambito di trasformazione digitale. Gli enti e le regioni stesse viaggiano a velocità diverse, con livelli di collaborazione e interazione che determinano gli indirizzi strategici tra i vari attori interessati, dalle aziende ospedaliere, a quelle strumentali, dalle regioni fino all’Agid e alla PA.
Con Lorenzo Gubian, CIO del Sistema Sanitario della Regione Veneto, invitato a CIO Cafè, facciamo il punto sulla riorganizzazione digitale della sanità veneta, per capire a che punto è il processo di razionalizzazione avviato quasi due anni fa, quali i punti di forza e debolezza con i vari attori interessati.

Una particolarità: in Veneto, a seguito della riforma del sistema delle aziende sanitarie, è stata creata per legge regionale Azienda Zero, attiva dal 1° gennaio 2017, una nuova entità che si occupa anche dei servizi ICT per le aziende sanitarie nella regione. “Ad oggi sono stati fatti tutti i passaggi istituzionali, formali ed anche quelli sostanziali, per creare e dare risorse ad Azienda Zero e per iniziare a prendersi carico della gestione dei sistemi informativi della sanità veneta – precisa Gubian -. In particolare, sono state portate le persone e le competenze all’interno dell’azienda, spostando i professionisti dal livello di regione Veneto all’interno di Azienda Zero e, con due bandi di mobilità volontaria, stiamo reclutando altro personale dalle aziende sanitarie”.

Si è deciso di lavorare principalmente sulla standardizzazione dei processi, riducendo ogni processo all’analisi di 2-3 variabili ammesse e non 25 come in passato.“La standardizzazione dei processi dovrà risultare da un’analisi fatta sui processi esistenti, che poi porterà a standardizzare anche i prodotti” precisa Gubian.

Ad oggi Azienda Zero sta lavorando su tre fronti.

Il primo progetto, per il quale è stata indetta una gara, riguarda il sistema informativo ospedaliero che porta alla definizione di un sistema informativo erogato in modalità software as a service. Una gara nella quale si valutano i progetti presentati in termini tecnici e di usabilità, non limitandosi a una valutazione sulla carta. “Si va a valutare soprattutto il prodotto, alcuni aspetti dai quali non si può prescindere tipo la sua interoperabilità sia con il sistema di fascicolo sanitario regionale sia con il sistema di fascicolo nazionale, oltre che ad altri aspetti di funzionalità. Demo funzionali e test di usabilità sul prodotto molto stringenti faranno parte della valutazione in gara. Questo è il progetto più grosso che in questo momento bolle in pentola e, conclusa la presentazione delle offerte, ci accingiamo ora ad espletare la fase di valutazione”.

Altre due gare sono in corso, a completamento degli aspetti ospedalieri: la gara dei sistemi di laboratorio e la gara dei sistemi di radiologia. “Le tre gare insieme daranno nuovi strumenti alle nostre aziende sanitarie, con processi che saranno a questo punto standardizzati e ci consentiranno di godere degli effetti delle economie di scala. Gare che non sono state fatte per spendere di meno, ma per spendere meglio, per cercare di ottenere prodotti di elevata qualità grazie ad economie di scala”.

Sulla questione delicata della relazione tra sanità regionale e sanità nazionale questa avviene direttamente o tramite Arsenal, un consorzio ICT delle aziende sanitarie venete che siede ai tavoli nazionali. “La cosa più importante in questo momento a livello nazionale è il progetto di fascicolazione elettronica. C’è sempre questo rapporto di odio e amore con il livello nazionale. Se da un lato è positivo il fatto che il fasciolo sanitario elettronico sia diventato dal 2013 un elemento essenziale, dall’altro i tempi di attuazione dettati a livello nazionale sono a volte stretti. Questo richiede di rivedere molto spesso la programmazione dei processi e aggiornare le priorità che ci si è dati”.

Per questo è importante per le regioni sedersi ai tavoli di lavoro congiunto, cercare di dire la propria sulle specifiche che vengono richieste per definire i livelli operativi. “Parte della nostra strategia è introdurre in tutti i gruppi di lavoro i nostri tecnici per indirizzare le decisioni – precisa Gubian -. Sulle questioni tecniche ci siamo sempre e, chiaramente, le fasi di discussione a livelli ministeriali qualche volta possono essere tese, ma ovviamente vanno portate avanti comunque”.

Nei tavoli di lavoro congiunti anche la collaborazione tra le regioni ha preso spunto dai progetti già in essere, alcune best practice portate in evidenza. “C’è stata un’intensa collaborazione tra tutte le regioni sia quelle che avevano già progetti importanti in produzione, sia quelle che stavano iniziando. Non siamo partiti da zero. Qualche volta ha chiaramente prevalso la posizione di una regione che è riuscita a convincere gli altri anche tecnicamente su quali fossero le soluzioni migliori, qualche volta ha prevalso anche la nostra. E’ stata una discussione veramente molto interessante perché ha aiutato tutti a crescere”.

Nella videointervista a Lorenzo Gubian, CIO del Sistema Sanitario Regione Veneto e responsabile dei sistemi informativi di Azienda Zero, tutti i dettagli.

Lorenzo Gubian, CIO del Sistema Sanitario Regione Veneto e responsabile dei sistemi informativi di Azienda Zero & Emanuela Teruzzi, Direttore responsabile di Inno3 a CIO Café

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