La tappa europea di Oracle Cloudworld Tour ha scelto Milano per discutere davanti ad aziende, giornalisti, analisti della trasformazione portata dal cloud di Oracle nelle aziende e nella pubblica amministrazione. Un cloud che si è arricchito negli anni di componenti infrastrutturali e applicative, anche se con un avvio lento alla rincorsa dei grandi hyperscaler, ma che ora nel business complessivo di Oracle si è ritagliato una fetta importante (crescendo anche in termini di market share). I risultati finanziari del terzo trimestre fiscale del FY24, rilasciati questo mese, confermano il peso dei servizi cloud sul fatturato complessivo del Q3, pari a 13,3 miliardi di dollari (+7%), che registra una crescita del 12% dei ricavi derivanti dai servizi cloud e dal supporto alle licenze (10 miliardi di dollari) e un calo del 3% dei ricavi da licenze, cloud e on-premise (pari a 1,3 miliardi di dollari).
Il tour mondiale di questi mesi – 8 tappe, la precedente a Londra – ha declinato importanti novità della Oracle Cloud Infrastructure (Oci) e delle applicazioni cloud native di Oracle (come Erp, Hcm, Scm, Cx) portando l’attenzione sulle potenzialità legate all’AI generativa integrata nelle soluzioni per meglio governare processi trasformativi complessi, dal finance alle risorse umane, lungo l’intera supply chain.
Un’attenzione declinata attraverso le testimonianze di aziende italiane, nell’ottica di mostrarne il ritorno in termini di competitività degli investimenti cloud in divenire. Anche in progetti complessi che si basano su Oracle Oci, che integra un centinaio di servizi in logica public cloud appoggiandosi su data center Oracle distribuiti nelle varie region (anche in Italia), oppure presso i clienti (dedicated region, @customer), appoggiandosi a hyperscaler come Microsoft o a partner dedicati.
E’ Carlota Alvarez, VP Legal per il Sud-Europa e country manager di Oracle Italia, a ricordare i 32 anni di presenza in Italia, “anni in cui abbiamo portato sul mercato una svolta tecnologica e creato innovazione per aziende e paese” sottolineando però che “le sfide future saranno le più importanti” legate alla AI generativa, al cloud declinato come cloud sovrano, al dato esploso in tutte le sue possibilità. “In questo trimestre, in Italia, abbiamo visto un deciso balzo in avanti da parte di grandi organizzazioni nell’adozione delle applicazioni Oracle cloud per i processi aziendali, in particolare, nel mondo finanziario e nelle utility. Anche il cloud infrastrutturale, sulla scia degli annunci che ci vedono tra i principali hyperscaler a fornire soluzioni di cloud distribuito, ibrido e sovrano, ci sta dando grosse soddisfazioni. Riscontriamo nei nostri clienti un forte interesse a esplorare progettualità sull’intelligenza artificiale e in particolare su quella generativa, in chiave b2b”.
Partendo dall’infrastruttura
“E’ la storia che abbiamo sui dati che ci differenza rispetto ai nostri competitor” sostiene nel keynote Douglas Kehring, executive Vp Oracle operations: “Stiamo lavorando molto duramente sulle tecnologie per le aziende, dall’infrastruttura alle applicazioni per rispondere alla domanda che ogni organizzazione fa: come utilizzare l’automation per potenziare il business e per trasformarlo. La stessa tecnologia utilizzata da diverse aziende in differenti Paesi produce risultati diversi, questo significa che le aziende vanno accompagnate lungo l’intero journey in modo personalizzato”. La tecnologia è il core, ma non è tutto: “dobbiamo capire cosa fare con i dati, un approccio che è stato accelerato dall’avvento di ChatGpt. Oracle è da sempre impegnata su machine learning e intelligenza artificiale e dal momento che la migliore AI parte dai dati migliori, la nostra esperienza sui dati aiuta a trarre il massimo vantaggio dai dati stessi. La nostra AI è nativamente embeddata all’interno di tutti i processi di business”.
L’approccio di Oracle è quello di sentirsi “responsabile” dei progetti dei clienti, da qui l’implementazione di una serie di servizi a supporto dei partner, rendendoli in grado di occuparsi del supporto e degli aspetti tecnici da gestire. “La migliore automazione accompagnata dai servizi per i clienti sono i due passaggi alla base dei nostri progetti” precisa Kehring, cosi come gli stessi clienti hanno messo in essere progetti, scalando nel tempo.
Reale Group, Polo Strategico Nazionale e Bper
“Ci siamo reinventati molte volte” racconta Marco Barioni, Ceo Reale Group, una delle più grandi società mutualistiche in Italia e in Europa, con una storia di 200 anni alle spalle, 5 milioni di clienti, 6 miliardi di giro d’affari. Un gruppo che ha abbracciato generazioni di trasformazioni tecnologiche, dalla decisione di portare in rete le applicazioni all’inizio degli anni 90 fino a quella di portarle in cloud. “Oggi le nostre applicazioni core si basano sul cloud di Oracle con applicazioni ad alta intensità per elaborare tutte le simulazioni del business. Noi gestiamo dati, i nostri business insight si basano sulla capacità di essere veloci e di simulare gli scenari” precisa Barioni, con un carico importante da gestire legato all’internazionalizzazione del business che richiede di fare girare modelli elaborativi su più paesi.
Oggi l’azienda si trova nel bel mezzo di una trasformazione verso il cloud, con un approccio multicloud in cui Oracle è uno dei principali partner, lungo una roadmap che continuerà anche nei prossimi due anni. “Oracle con Accenture ci sta seguendo in questo processo di trasformazione ed è strategico scegliere con molta attenzione il partner, perché il nostro settore è molto vigilato, con normative quali Gdpr e Dora, che entrerà in vigore nel 2025. Per noi sono importanti i dati dei clienti, essendo noi un gruppo mutualistico in cui i clienti stessi sono anche soci, e la possibilità di avere la cloud region di Oracle collocata nel nostro territorio fa la differenza”.
Dietro la scelta di andare al 100% in cloud diverse le ragioni. “La prima è legata al fatto che la transizione tecnologica si accompagna a una trasformazione organizzativa: il modo in cui pensiamo, disegniamo e realizziamo il software sta cambiando in modo radicale. Stiamo trasformando l’azienda in un team agile, il cloud ci permette di avere un ambiente scalabile automatizzato che riduce gli overhead del mondo IT, premettendo all’IT di sviluppare con un time to market diverso rispetto al passato. Il secondo motivo è la possibilità d incorporate nelle nostre soluzioni la GenAI che trasforma modelli di business. La terza componente, infine, la possibilità di esplorare nuove capacità di calcolo visto che la capacità elaborativa non è mai abbastanza perché più dati hai più devi avere potenza per analizzarli, guardando al quantum computing”.
Nel mondo della pubblica amministrazione, svela le carte del progetto del Polo Strategico Nazionale, il Ctio (chief technology & information officer) Paolo Trevisan, a capo di un progetto nato nel 2019 ma attivo solo da un anno e mezzo con la missione di creare l’infrastruttura cloud per i servizi della pubblica amministrazione, in linea con la strategia Cloud Italia (tre pillar: creazione polo nazionale, classificazione dei servizi cloud, classificazione dei dati). Una infrastruttura che dovrà ospitare la migrazione dei dati di tutte le PA entro il 2026, forte anche dei 900 milioni del Pnrr.
“Sono cinque i pilastri della nostra strategia: siamo certificati da Acn, abbiamo quattro data center di nostra proprietà su due region con bassissima latenza, abbiamo un catalogo di servizi ampio, con una spasmodica attenzione alla sicurezza, sviluppata by design, sia logica che fisica. Infine, l’attenzione alla sostenibilità ci porterà ad essere carbon neutral entro i prossimi 5 anni, essendo monitorati su 11 Kpi per l’abbattimento delle emissioni di carbonio”.
Ad oggi 312 PA hanno aderito al Psn, dai piccoli comuni alle città metropolitane, passando dalle Asl alle in house, una ampiezza di casi e molte realtà hanno fatto il passaggio anche senza utilizzare i fondi Pnrr.
Certamente la sfida più grande è quella cyber, la PA è sotto attacco sempre di più. “C’è un tema legato alla sicurezza del dato che riguarda il modello delle responsabilità condivise, perché non solo il Psn deve fare le proprie infrastrutture ma anche le singole PA devono porre attenzione alle loro. C’è poi tema di condivisione del dato fra le diverse pubbliche amministrazioni, che non può essere gestito male e con superficialità. E’ un tema di integrazione e di gestione del dato, oggi governato con tanti approcci diversi dalle varie PA. Uno dei temi rilevati per noi è come utilizzare il quantum per mettere in sicurezza l’accesso e il trasporto del dato. Usiamo Oracle per sviluppare nostri servizi interni e per il mercato”.
La regione Psn è basata su Oracle Alloy, la prima in Europa, che permette di gestire tutto lo stack, di farlo in modo disconnesso dalle altre region public, in modo sicuro. “Quest’anno sarà l’anno del delivery, dobbiamo rispettare gli obiettivi e andremo ad evolvere il Psn in sette cluster; uno di questo è l’AI – conclude Trevisan -. Lo dovremo fare in modo etico perché l’AI consuma risorse del pianeta, basti pensare che un’ora di ChatGpt consuma mezzo litro di acqua. Punteremo su sistemi di calcolo e di ottimizzazione energetica nei nostri data center per ridurre emissioni durante la migrazione. Ci sarà gran focus sull’opensource“.
Sulla integrazione dei dati con Oracle ha lavorato Bper, una banca cresciuta in questi anni da una serie di culture e integrazioni diverse, che ha posto massima attenzione al dato e alla strategia industriale legata all’AI.
Giuseppe Maifredi, chief data officer Bper Banca: “La Bper Data Platform vuole essere il punto di riferimento per il business. Con Oracle abbiamo lavorato sulla integrazione dei dati, per spostarci poi verso un tema di strumenti e servizi per i nostri clienti. Obiettivo era aiutare i colleghi a crescere con tutta la banca in un contesto di modernizzazione, integrazione clientela, linguaggio comune”.
Nel concetto di banca data driven fondamentale rimane la scelta dei partner, in base alle necessità di business e al trovare le soluzioni più adeguate al contest. Con loro si è innovato il parco applicativo, con una spinta data centrica attenta all’AI, in un percorso di cloud hybrid. “In questo abbiamo avviato un percorso di trasformazione del sistema contabile, core per una banca, partendo dai dati e arrivando ai processi”. Sfida impegnativa fatta con Oracle, in divenire. “Abbiamo imparato che la gradualità con la quale stiamo trasformando l’impianto tecnologico è un processo che paga. Anche la scelta del cloud ibrido ci permette di fare un ulteriore percorso sull’AI e riteniamo che siamo alle porte di nuove evoluzioni. In passato abbiamo fatto garage di AI, realizzato use case con soluzioni specifiche di intelligenza artificiale, ma siamo ora alle porte di una evoluzione che vede l’AI embedded nelle soluzioni e nei processi. Non più utilizzata solo per casi specifici, ma un’AI che accompagna tutti i processi della banca”.
“Fin dalla nascita della strategia cloud – precisa Michele Porcu, vicepresidente di Oracle Emea – Oracle ha voluto disegnare un’offerta pensata per ambienti mission critical, che fosse quindi capace di garantire performance, resilienza, sicurezza e ottimizzazione dei costi. Il nostro è un cloud distribuito totalmente indipendente dal luogo fisico, e che lascia al cliente la massima libertà di movimento e di scelta della tipologia di cloud”.
Un cloud di seconda generazione, distribuito su 48 cloud region di cui 13 in Europa, per clienti enterprise, ma che sposa una strategia multicloud, che ad oggi poggia sull’alleanza strategica con Microsoft Azure, partnership che dà ad Oracle la possibilità di erogare infrastruttura e servizi nella cloud region di Microsoft. “Ogni trasformazione è multicloud – precisa Porcu – In questo modo Oracle con Azure può erogare servizi end to end a qualsiasi azienda”.
Focus applicativo con Mondadori e Giochi Preziosi
Nel mondo applicativo le novità ad Oracle Cloudworld riguardano le nuove funzionalità di intelligenza artificiale generativa introdotte nella Oracle Fusion Cloud Applications Suite per migliorare flussi di lavoro aziendali esistenti di finance, supply chain, HR, vendite, marketing e customer service.
E’ Cormac Watters, Evp Applications Emea di Oracle, che tratteggia un mercato che ha stravolto il modello di business dalla pandemia con un impatto su supply chain, materie prime, smart working, e che oggi si vede profondamente scosso dall’impatto della GenAI, che spinge a una innovazione continua. “Dobbiamo creare una piattaforma in grado di innovare continuamente. Dobbiamo muoverci molto velocemente sul mercato con attenzione alle applicazioni declinate per le singole industry, dai media, ai financial service, al manufacturing, il tutto con l’AI integrata e lavorando con terze parte e Isv”.
Già le applicazioni tradizionali integravano nel motore classico AI e machine learning (casi di Tesco, Zoom, Pwc, Macy’s, Sky, Cisco) ma oggi con l’avvento della AI generativa spingono per indirizzare un numero maggiore di ambiti, dalla vendita al marketing, all’assistenza: “L’approccio rimane quello di realizzare applicazioni enterprise business in cloud”, precisa Watters. Ma quanto questa strategia calza con l’Europa? “Abbiamo diverse priorità oggi, a partire dalla crescita del business in Europa, che implica necessariamente anche al crescita dei partner per il go live dei progetti. Qui si apre una questione importante legata alla educazione del mercato, perché si richiede un cambio di mindset nei progetti. Il fatto che la nostra suite venga ogni tre mesi migliorata, aiuta le aziende a capire che approcciare il cloud non richiede grandi upgrade. Ma soprattutto le mette in sicurezza da attacchi cyber”.
Lo raccontano bene i casi di Mondadori e Giochi Preziosi. La strategia di Mondadori – che spinge su asset strategici per un Paese come la cultura attraverso libri, l’education con scuole e università, le mostre, le librerie – è quella di far crescere il business in termini di sostenibilità, con obiettivi a tre anni di riduzione del consumo di energia. “Siamo partiti dall’utilizzo della HR Platform di Oracle durante la pandemia, fondamentale per dare risposte agli impiegati in un momento molto difficile, e abbiamo adottato una suite completa di soluzioni per la pianificazione del business, dalla strategia all’execution, per gestione ordini, logista, product lifecycle management e procurement. L’approccio è quello di guardare ai business case, con una spinta data dalla GenAI sui task, insight, supervisione dei processi” spiega Daniele Sacco, Group HR, Organization & Legal Counsel director, Mondadori.
In tema di sostenibilità, annunciata Oracle Cloud Epm for Sustainability, una nuova soluzione in Oracle Fusion Cloud Enterprise Performance Management (Epm) per misurare e gestire in modo efficiente le iniziative di sostenibilità, collegando dati, piani e obiettivi e modellando più scenari per ottimizzare i risultati.
Davide Tercelli, IT director in Italia e Spagna di Giochi Preziosi, mette l’attenzione sul governo della supply chain. “La migrazione al cloud nata durante la pandemia è ora fondamentale nel nostro business e ci ha spinto ad appoggiare soluzioni cloud native per una standardizzazione che copra tutti i nostri mercati, dalla produzione in Cina alla distribuzione mondiale. Il cloud è un modo diverso di approcciare il business. La nostra trasformazione in cloud mira a una gestione più inclusiva in grado di dare risposte in real time”. Il progetto è nato da un confronto da Oracle e tutte le funzioni di business aziendali – Cfo, Cio, Ceo – per capire la struttura e l’esperienza acquisita negli anni e progettare una trasformazione che porti Giochi Preziosi ad essere una azienda più internazionale. “La scelta di avere soluzioni in cloud con un unico approccio è per noi un valore, perché l’integrazione dei dati è la chiave. Certo la GenAI è una oggi una buzzword, ma penso possa aiutare i nostri dipendenti a gestire meglio lavoro e obiettivi. Mi aspetto un aiuto da Oracle e dal partner nel definire gli use case da ottimizzare per primi”.
Precisa Watters che in Europa l’Italia è il paese che cresce più velocemente e che il topic dell’AI, “che esiste da tempo all’insaputa di molti utenti”, genererà un’ulteriore spinta a partire dal coinvolgimento su casi d’uso dei 14mila clienti Fusion a livello mondiale. Certo le velocità saranno diverse. “Oggi il mondo della pubblica amministrazione sta facendo passi avanti, come il caso del Polo Strategico nazionale dimostra, ma lo stato di maturità varia da Paese a Paese. Soprattutto nei vertical di mercato fortemente regolamentati da normative europee, come il settore bancario ad esempio”.
Strategia AI trasversale
La strategia di AI abbraccia diversi ambiti di Oracle ma poggia su quattro pilastri ben precisi. “Il primo pillar è inserire use case di GenAI all’interno delle Fusion Application, in modo da aiutare risorse umane, Cfo, marketing manager a individuare i casi d’uso più appropriati della tecnologia – dettaglia Porcu -. A questo si affianca una strategia mirata per la creazione di modelli aziendali più specializzati resi disponibili sulla piattaforma. Ma, pillar strategico, dal momento che i servizi di AI si basano su un utilizzo intensivo di dati strutturati all’interno del proprio patrimonio informativo, è far risiedere e gestire i dati sulla tecnologia database di Oracle. Ultimo tassello è la partnership appena annunciata con Nvidia, certo non siamo gli unici – scherza Porcu – ma la nostra peculiarità è che il connubio tra la nostra infrastruttura Oci e il computing di Nvidia poggia sulle nostre cloud region, garantendo flessibilità e sicurezza”.
Oggi Oracle supporta oltre 50 casi d’uso di AI generativa integrati nelle Oracle Fusion Applications e progettati per rispettare i dati aziendali, la privacy e la sicurezza dei clienti, perché con Oci Generative AI Service, i dati dei clienti non vengono condivisi con i fornitori di modelli linguistici di grandi dimensioni (Llm, large language model) né possono essere visti da altri clienti. Inoltre, il cliente è l’unica entità a cui è consentito utilizzare i modelli personalizzati addestrati sui propri dati.
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