Conosce Cisco come le sue tasche, entrato in azienda 21 anni fa, ben prima del decollo di Internet e delle applicazioni sugli smartphone, passato attraverso lo sviluppo della rete come asset, la crisi finanziaria del 2008 che ha colpito le aziende di tutti i settori comprese quelle high tech, la ripresa e la batosta data dalla pandemia da Covid-19. “Abbiamo attraversato molti momenti in questi anni, ma di fondo in qualsiasi circostanza abbiamo continuato a investire sulle persone e sull’innovazione tecnologia. In questo anno difficile, sono entrate in azienda più di 50 profili e abbiamo completato l’acquisizione di Fluidmesh,  azienda italiana – esordisce nella nostra chiacchierata Gianmatteo Manghi, nuovo amministratore delegato di Cisco Italia da inizio aprile -. Quello che ci aspetta è il periodo più veloce di transizione del millennio, con un’accelerazione mai vista, e una diffusa sensibilità sul tema dell’innovazione, spinta dal quadro europeo che vuole accelerare questa trasformazione. L’Italia è il Paese che può beneficiare di più dagli investimenti in campo e siamo consapevoli del ruolo che possiamo svolgere per dare vita a un futuro inclusivo per tutti, uno sviluppo economico e sociale sostenibile”.

Una scesa in campo ben consapevole (“nei prossimi 3 anni vedremo il progresso di 10 anni”) che richiede un contributo reale, non solo a parole. Tre sono le priorità di Cisco italia, ribadisce Manghi: le persone e le comunità nelle quali operiamo, la trasformazione cloud e software che stiamo vivendo e la transizione green e blu, cioè ecologica e digitale.  “La struttura organizzativa italiana, per quanto riguarda la copertura del mercato, è articolata su quattro segmenti – precisa Manghi invitato al nostro Ceo Cafè -: grandi imprese, piccole e medie imprese, pubblica amministrazione, telecomunicazioni e media. Dal punto di vista delle architetture tecnologiche invece si organizza in networking e IoT, multi-cloud, collaboration, security”.

Persone e competenze

Partiamo dal primo pilastro. “Le persone sono sempre state il nostro segreto, se ci prendiamo cura di loro, le persone si prendono cura della missione dell’azienda. Per sei anni siamo stati premiati come il migliore posto dove lavorare (nella classifica Great Place to Work per le aziende di medie dimensioni), ma per consentire ai dipendenti di esprimere appieno talento, competenze e equilibrio professionale e personale, abbiamo in cantiere nuove iniziative”. Tra queste la giornata per ricaricarsi a un anno dalla pandemia, una serie di seminari per dare assistenza piscologica ai dipendenti e ai loro famigliari in un momento in cui ci sono incertezze sul futuro, cinque giornate retribuite ogni anno per volontariato e un bonus per alimentare le passioni (900 euro per teatro, palestra, viaggi).

“Tutto questo perché riteniamo che se l’ambiente di lavoro è sereno, le persone sono motivate e di conseguenza arrivano i risultati economici e di riflesso i benefici alla società. Vogliamo continuare a portare avanti una serie di iniziative sostenibili con impatto positivo sulla società e sulla economia. E’ importante restituire alla comunità, anche insieme ai nostri clienti che ci chiedono di ideare progetti congiunti”. Come la realizzazione e la gestione dell’infrastruttura di rete al Palazzo delle Scintille, di proprietà di Generali, per regolare gli accessi e i flussi in sicurezza del più grande centro vaccinale della Lombardia, una infrastruttura realizzata con il contributo dei partner Axians e K2K. Oppure come l’impegno sulle competenze con attività di formazione (345 Networking Academy organizzate sul territorio), con presenza anche nelle carceri di Bollate, Secondigliano, Monza e al Beccaria di Milano, dimostrando quanto un percorso di formazione freni comportamenti illeciti recidivi.

Si sono affrancate quest’anno iniziative di telemedicina presso l’ospedale di Alessandria o il Piccolo Cottolengo Don Orione di Tortona per consentire visite da remoto ai ragazzi con disabilità, grazie a sistemi integrati di collegamento e di collaborazione ad alta definizione. “Creare valore per le comunità è il primo pilastro della nostra strategia” rimarca.

Cloud first, ibrido

Il secondo pilastro è la trasformazione interna, con uno spostamento del fatturato su software e servizi (“il 51% del giro d’affari 2020 è stato raccolto in questo ambito”) che va a sbilanciare il core business storico di Cisco nell’hardware per le reti,  con attenzione al tema della sicurezza e alla compliance alle normative. “Lo spostamento sul software nasce anche osservando le dinamiche di mercato – precisa Manghi -. Questa nostra trasformazione è legata anche al fatto che quando incontriamo i clienti più della metà affermano che la loro priorità è il cloud, o meglio cloud first, puntualizzando solo successivamente che prediligono una soluzione che coniughi cloud pubblici e infrastrutture private, con attenzione alla privacy e alla sicurezza. Un tema molto più complesso che affermare semplicemente cloud first”.

Secondo Manghi le quattro caratteristiche per aiutare i clienti in questo viaggio passano dalla capacità di connettere tutti gli elementi che compongono elementi di cloud ibrido di una azienda (connessione), dalla capacità di governare la sicurezza della rete infrastrutturale e dei dati che su essa circolano (sicurezza), dallo sviluppo di software con elevata automazione, per la rete e le policy da seguire (automazione) e infine dalla ricerca e sviluppo di applicazioni che premino la relazione con l’utente (esperienza).

Sostenibilità perseguibile

Il terzo pilastro della strategia è diventare sempre più protagonisti di un percorso di sviluppo e di progressoche genera crescita sostenibile, l’unica perseguibile”, precisa Manghi. “Lo chiamiamo il verde e il blu, attraverso la trasformazione digitale che garantisca a suo volta il rispetto dell’ambiente, con modelli di economie circolari e risorse rinnovabili”. Sono di fatto due aspetti della stessa medaglia, con una progettualità a medio e lungo termine.

Gianmatteo Manghi, AD di Cisco Italia
Gianmatteo Manghi, AD di Cisco Italia

Una ricerca condotta nel 2020 su aziende che hanno spinto investimenti in sostenibilità ha dimostrato che questi investimenti hanno portato a una crescita in termini di fatturato del 9%. “La trasformazione digitale abilita la sostenibilità – precisa citando il recente rapporto Green Italy di Symbola -. Un esempio è il percorso che sta facendo Enel, con cui Cisco collabora nell’ambito delle smart grid, che triplicherà la generazione di energia rinnovabile nei prossimi tre anni, rigenerando e digitalizzando la rete di distribuzione. Al nostro interno, abbiamo preso la decisione di passare al 100% alle energie rinnovabili entro il 2025, ispirando i nostri principi a quelli dell’economia circolare”.

Lo stesso può essere fatto nel mondo delle PA e delle utilities, dalla gestione dell’acqua ai trasporti delle grandi città, con attenzione anche alla trasformazione del modo di lavorare con spinta allo smart working. In Cisco lo smart working rimarrà una libera scelta, e riteniamo che il 58% delle persone continueranno a lavorare in smart almeno 8 giorni al mese, con strumenti digitali sicuri, gli stessi che utilizziamo per il lavoro in presenza e che vogliamo rendere disponibili ai nostri clienti, perché non c’è nessun motivo per affollare le strade alle 7 del mattino e alle 8 di sera”).

Il peso della rete

Webex rimane così lo strumento principe per la gestione degli ambienti di lavoro ibridi, apertosi all’integrazione con le altre piattaforme di collaboration, per gestire esperienze personalizzate, come il recente Cisco Live ha messo in evidenza.
Un evento che ha risposto anche alle sfide nell’ambito del multi e dell’hybrid cloud, oltre che quelle legate alla sicurezza end to end (introducendo i concetti di passwordless e di Sase, acronimo di Security Access Service Edge).
Aspetti cruciali nelle aziende del futuro che saranno basate sui dati, saranno ibride non solo nell’uso della tecnologia ma anche nel lavoro, un approccio che richiede inevitabilmente tecnologie più efficaci e sicuri. E i modelli di erogazione dei servizi da parte di chi offre tecnologia saranno as a service, a consumo, anche per la rete, che rimane al centro dello sviluppo tecnologico di Cisco (con tutte i temi legati a banda ultralarga e 5G), ma che dovrà essere semplice da gestire, in grado di collegare miliardi di dispositivi in sicurezza.
Ok persone, cloud, sostenibilità al centro della strategia, ma a partire dagli investimenti sulla rete (più performante e agile), sulle applicazioni distribuite (sviluppate in microservizi), sulla sicurezza end to end (progettata by design), sulla capacità di elaborazione nell’edge.

Lo sviluppo della rete rimane comunque legato a come ripensare il mondo che ci circonda anche stimolando le idee di nuovi talenti, come nell’ultima iniziativa proposta, un hackathon realizzato con Codemotion. “Chiediamo ai giovani di pensare, ideare le soluzioni del futuro su quattro aree: smart citizen, smart building, mobility, utility con un percorso di 8 settimane, a partire dall’11 maggio. Vogliamo scoprire come immaginano il nostro domani, e aiutare a costruirlo” dettaglia Manghi.

Un stimolo che si accompagna alla riflessione sul momento congiunturale: “Il Pnrr è un’occasione unica di accelerazione, 220 miliardi che consentiranno in pochi anni di vivere un paese nuovo, spingere un progresso che non c’è mai stato in passato, definendo il futuro che vogliamo costruire”. Anche a partire da un hackathon con i più giovani.

I ricavi globali di Cisco nel secondo trimestre dell’anno fiscale 2021 (conclusosi a fine gennaio) sono stati di 12 miliardi di dollari, mantenendosi invariati rispetto all’anno precedente. In questo scenario l’Europa è cresciuta del 2% anno su anno, la Security si è dimostrata in pesante crescita (+10%) e le Infrastructure Platforms hanno segnato il passo (-3%). “Guardando all’andamento del terzo trimestre i ricavi globali di Cisco dovrebbero registrare una crescita tra il 3,5 e il 5,5%”  puntualizza Manghi. E l’Italia? Non svela numeri  ma conferma  essere “un mercato in crescita, importante nella strategia di Cisco”. Lo provano gli investimenti della corporation sul programma Digitaliani e sul CyberSecurity Co-Innovation Center di Milano, presso il Museo della Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci inaugurato poche settimane prima dello scoppio della pandemia. Si spera di potere tornare nelle stanze del museo al più presto, in presenza.

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