Immaginare l’innovazione è molto più semplice che riuscire ad innestarla concretamente nei progetti di crescita. Perché, a fronte della disponibilità di nuove tecnologie e strumenti digitali di lavoro, si riesce facilmente ad intuirne il potenziale, ma realizzare poi i progetti sul campo richiede in primis la capacità di individuare i segnali di cambiamento, analizzare i trend emergenti, progettare scenari futuri alternativi alle pratiche consolidate, orientare nella giusta direzione le scelte strategiche ed infine realizzare il cambiamento.
Driver per l’innovazione sono le competenze e per comprendere le tecnologie più utili server far leva su expertise che non sempre sono presenti internamente, serve “fare rete” e affidarsi a chi ne dispone aiuta a comprendere i nuovi scenari e quindi ad investire in modo vantaggioso nel digitale. L’Osservatorio Ict di Rekordata, alla sua prima edizione, aiuta organizzazioni, scuole ed aziende ad orientarsi nel raggiungere questi obiettivi. Dai dati raccolti è possibile cogliere spunti interessanti per comprendere le “direttrici” entro cui si muove il mercato e le migliori opportunità. Il cambiamento è la prima reale chiave di lettura del rapporto ed insieme al cambiamento è inevitabile che non manchino anche i timori da affrontare e superare.

Le tecnologie chiave

A voler focalizzare gli abilitatori digitali più importanti intelligenza artificiale, cloud computing, le tecnologie in relazione con la realtà aumentata (metaverso, AR e VR) ed infine robotica, nanorobotica ed automazione, sono certo tra quelle più al centro dell’attenzione e dei progetti delle aziende.
Solo alcuni numeri: l’AI è considerata oggi dal 74% delle aziende oggetto dell’indagine dell’Osservatorio la più promettente in assoluto. Ad alimentare questa percezione, senza dubbio, anche la disponibilità diffusa di un numero crescente di strumenti in grado di risolvere problemi complessi e aiutare la creatività degli utenti in diversi ambiti (si pensi anche solo ai progetti legati a OpenAI).
Il cloud, abilitatore chiave per il 71% del campione, ma già presente in 9 aziende su 10, deve probabilmente questa posizione proprio alla sua già reale diffusione, in diverse forme (si pensi anche solo alle modalità di consumo di piattaforme e software As a Service), nella maggior parte delle realtà, per un valore stimato per il 2025 di quasi 170 miliardi di dollari. In questo caso la scommessa per il futuro si gioca nella realizzazione di progetti oltre che sicuri anche sostenibili, considerato come i data center da soli consumino già oggi il 2% di tutta l’energia prodotta negli Usa.
Metaverso e realtà virtuale, per certi aspetti con alcuni tratti condivisi con i progetti legati all’AI, catturano l’attenzione del pubblico anche perché alcune applicazioni hanno già dimostrato, sul campo, di facilitare l’incontro tra le persone quando non è concretamente possibile e le operazioni di manutenzione nelle aziende.
Si tratta, in questo caso, di tecnologie individuate nell’Osservatorio come “chiave” da un intervistato su due, che allo stesso tempo sollecitano una serie di riflessioni anche in relazione ad una possibile deriva “distopica”, mentre il mercato però continua a crescere ed ha raggiunto già un valore di circa 50 miliardi di dollari (metaverso).
Le aziende, in una percentuale appena di poco inferiore (49%) considerano poi strategiche robotica e nanorobotica perché i robot hanno già dimostrato sul campo di poter svolgere con più precisione e meglio rispetto alle persone una serie di compiti, nell’ambito del settore manifatturiero per esempio. Mentre la nanorobotica promette passi in avanti rivoluzionari in campi come quello della medicina e della chirurgia

Tecnologie chiave per il futuro Ict
Tecnologie chiave per il futuro Ict (fonte: Osservatorio Ict, Rekordata)

Abbiamo lasciato per ultima la riflessione sulle tecnologie di Advanced Cybersecurity, non perché sia minore la sensibilità del campione rispetto alle altre (sono strategiche per il 68% degli intervistati) quanto piuttosto perché entriamo in un ambito del tutto “pervasivo” e trasversale la sfera digitale nel suo insieme. Tutto ciò che opera in rete è a rischio. Si pensi ai progetti basati sull’utilizzo dei sensori, alla domotica, a tutte le applicazioni legate alla guida autonoma. Non vi è oramai momento della vita reale di ognuno esente da rischi, proprio per la pervasività del digitale. Si tratta di accrescere le sensibilità e le competenze ma anche di affidarsi a sistemi di cybersecurity avanzati che fanno leva anche su alcuni degli altri abilitatori, in primis proprio l’AI. E non a caso, proprio la cybersecurity è anche il primo timore riguardo al futuro dell’Ict

I timori per il futuro

La sicurezza in ambito Ict è sempre più un tema chiave (per quasi il 90% del campione). Le aziende perdono in media 200mila dollari all’anno per gli attacchi del cybercrime e soprattutto si sono dissolti i perimetri tra ciò che fa parte dell’infrastruttura IT perché la digitalizzazione riguarda concretamente ogni processo. Il tema è squisitamente di governance, tanto più in uno scenario come quello attuale globalizzato e iperconnesso, dove i cambiamenti si riflettono e amplificano senza confini. 
Le incertezze riguardano in ogni caso anche altri ambiti. Tutti, di fatto, legati tra loro proprio dal filo rosso del bisogno di governance. Si pensi al tema della sostenibilità (chiave per il 51,9% del campione): il comparto Ict è tra i più energivori in assoluto e tecnologie come quelle legate al metaverso, tra i trend, lo sono potenzialmente al momento in modo incommensurabile. La riduzione dei consumi, lo studio di filiere e supply chain sostenibili e strategie di economia circolare, in questo senso possono rappresentare risposte importanti.
Proprio le supply chain (46% del campione) sono tra le preoccupazioni più vive, alimentate anche dalle difficoltà dettate dalla pandemia. Più di 8 aziende su 10 tra quelle intervistate dall’Osservatorio hanno registrato criticità importanti in questo ambito, serve quindi riuscire davvero a diversificare le modalità di approvvigionamento. E non meno importante servirà anche lavorare sulla disponibilità di competenze di valore (lo registra il 44% del campione). Proprio informatica e digitale sono gli ambiti che ne richiedono di più così come documenta l’Osservatorio, ma in realtà tutte le ricerche che convergono in questa direzione di indagine, si presentano con dati equivalenti. 

Le opportunità da cogliere

Il Pnrr rappresenta la più concreta ed immediata possibilità per realizzare i progetti di innovazione digitale e di trasformazione digitale. Ci sono più di 23 miliardi di euro disponibili in particolare proprio per Missione 1 Capitolo 2 che riguarda la digitalizzazione, l’innovazione e la competitività nel sistema produttivo e fino ad oggi solo un terzo delle aziende oggetto della survey ha usufruito già dei fondi, in 8 casi su 10 per sviluppare prodotti e soluzioni. Si tratta di far leva sulle possibilità di investimento future, anche a partire dall’esperienza di partner tecnologici e di percorso che possono contribuire a fare in modo che i progetti realizzati arrivino realmente a terra e portino benefici.

Per saperne di più scarica il whitepaper: Osservatorio Ict
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